
Ancora molte famiglie con background migratorio in condizioni di povertà
Maggio 7, 2025James è nato in Sierra Leone nel 2002, dove è rimasto fino all’età di 18 anni. Nel 2020, ha iniziato il suo viaggio, spostandosi prima in Guinea, dove ha viaggiato per tre mesi su un camion, e successivamente in Mali, dove è rimasto solo due giorni prima di proseguire verso l’Algeria. Lì ha incontrato un amico del Gambia che gli ha spiegato che, per arrivare in Europa, avrebbe avuto bisogno di soldi. Per questo motivo, James ha trascorso sei mesi in Algeria, vivendo a casa di un signore.
Abdul Salam, invece, è nato in Senegal e, dopo la morte della madre, ha iniziato a sentire una maggiore responsabilità nei confronti della sua famiglia, essendo l’unico figlio maschio. Tuttavia, un conflitto familiare con uno zio, che cercava di prendere il controllo sull’educazione delle sue sorelle, lo ha costretto a lasciare il paese. La sua fuga lo ha portato prima in Mali, dove è rimasto un anno, poi in Algeria, dove ha vissuto per quattro mesi, e infine in Tunisia per nove mesi. Nonostante la sua determinazione, Abdul racconta che il periodo in Tunisia è stato particolarmente duro: “Lì la vita era molto difficile e noi venivamo costantemente cacciati e trattati male.”
Anche Abdel Laanwra, un giovane di 23 anni originario dell’Egitto, ha affrontato grandi difficoltà. Partito dalla sua città natale, Sohag, nel 2021, ha viaggiato a piedi e in autobus fino a raggiungere Tarabius, in Libia. Qui è rimasto due anni, svolgendo vari lavori, tra cui quello di panettiere. Ma i suoi tentativi di attraversare il Mediterraneo non sono stati facili: “Ha pagato 6000 euro in totale, con due fallimenti prima di riuscire a partire.”
Per James, la situazione è peggiorata in Libia, dove è arrivato dopo un viaggio durato sette giorni tra camminate, checkpoint e viaggi in auto. A Ez Zauia ha pagato 1500 dinari libici per un viaggio in barca, ma dopo una notte in mare è stato arrestato dalla polizia libica e imprigionato. La sua prigionia è durata otto mesi, durante i quali è stato trasferito in una prigione lontana dalla città, verso il deserto. Lì ha scoperto che sarebbe stato condannato a morte. Una grande rivolta nel carcere gli ha permesso di fuggire, insieme ad altri detenuti, attraversando una falla nelle mura.
Anche Abdul Salam ha vissuto momenti estremi. Per raggiungere l’Italia, lui e un amico si sono arrampicati su un albero altissimo, aspettando che una nave si avvicinasse. Abdul è riuscito a salire a bordo, ma il suo amico no. “Non riesco a dimenticare quei momenti,” racconta con grande tristezza.

Alla fine, tutti e tre hanno raggiunto l’Italia, ognuno a modo suo. James, dopo due anni dalla fuga dalla Libia, è riuscito a partire dalla Tunisia verso le coste calabresi. Abdul Salam, nonostante le difficoltà, è arrivato grazie al coraggio e alla determinazione. Abdel, invece, dopo un viaggio pericoloso via mare con circa 100 persone stipate su una barca, è sbarcato a Lampedusa e poi trasferito a Vercelli.
Oggi, sia James che Abdel vivono a Vercelli, cercando di ricostruire le loro vite dopo anni di difficoltà e di viaggio. Le loro storie, nonostante i diversi percorsi, si intrecciano in un racconto di coraggio, resistenza e speranza per un futuro migliore.